ORDINE AL MERITO DELLA
REPUBBLICA ITALIANA

Argomento di cui si sente parlare principalmente in due momenti ben precisi: nel corso delle celebrazioni relative al 10 Febbraio, momento in cui politici di quasi tutti i colori si stracciano le vesti al grido di "togliamo al medaglia al Maresciallo Tito!!", e in campagna elettorale specie se in città dove le comunità degli esuli sono ancora ben presenti e fanno sentire il loro importante e per questo non trascurabile peso politico. Ma l'OMRI è molto di più di una onorificenza 
(il Presidente M. De Toni)

Legge 3 Marzo 1951

La legge 3 marzo 1951, n. 178, ha istituito l'Ordine «Al merito della Repubblica italiana», la più importante onorificenza che possa essere assegnata a un cittadino italiano o straniero per ricompensare, ai sensi dello statuto approvato con il decreto del Presidente della Repubblica 31 ottobre 1952 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 277 del 29 novembre 1952, «benemerenze acquistate verso la Nazione nel campo delle scienze, delle lettere, delle arti, dell'economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari».

D.P.R. 31 ottobre 1952


Approvazione dello Statuto dell'Ordine "Al Merito della Repubblica Italiana".

Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 29 novembre 1952, 277

È approvato lo Statuto dell'Ordine "Al Merito della Repubblica Italiana", composto di numero ventidue articoli, che, visto e firmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri, viene allegato al presente decreto.

Statuto dell'Ordine
"Al Merito della Repubblica Italiana"

 

CAVALIERI INDEGNI.

Nella storia d'Italia ci sono diversi "Cavalieri indegni"

Retromarce siriane - Si parte con un'eccezione, quella di Bashar al Assad, al quale (ecco l'eccezione) nell'ottobre del 2012 su richiesta di 22 senatori il titolo fu revocato: ma fino a quel giorno anche il dittatore siriano, mente delle repressioni violentissime che hanno massacrato i ribelli del Paese, è stato Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone dell'Ordine al merito della Repubblica italiana. L'onorificenza gli fu assegnata nel marzo 2010, quando la comunità internazionale ancora nutriva fiducia nell'"uomo nuovo" del Medioriente. Il titolo gli fu poi revocato dallo stesso Giorgio Napolitano che lo conferì. 


Dimenticanze kazake - Il titolo spettò anche a Nursultan Nazarbayev, il padre-padrone del Kazakhstan, coinvolto nel caso Shalabayeva che fece traballare il ministro degli Interni Angelino Alfano. Nei giorni dell'intrigo internazionale, Nazarbayev era descritto come un dittatore a tutto tondo, e tutti scordavano il titolo che gli era stato conferito il 4 marzo 1997 dall'allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro (per inciso, già all'epoca, il kazako veniva contestato per lo scarso rispetto dei diritti umani). 
 Dittatori  - Procediamo con ordine. 
Nel 1969 il presidente Giuseppe Saragat offrì il riconoscimento a Josip Broz Tito, il dittatore jugoslavo, e a tre suoi luogotenenti. Vennero così accantonate le repressioni politiche e le pulizie etniche anti-italiane.
Nel 1972 fu il turno di Giovanni Leone, che insignì Suharto, presidente golpista indonesiano, che divenne Cavaliere di Gran Croce decorato di Gran Cordone, al pari del sanguinario tiranno romeno Nicolae Ceausescu, che ottenne la decorazione nel 1973. Con Ceausescu, il titolo andò anche alla moglie Elena, la sadica zarina romena che, nel 1989, venne fucilata accanto al consorte. 

Il macellaio africano - La rassegna continua poi con Mobutu Sese Seko, dittatore congolese (poi ribattezzato da lui stesso Zaire) e che pochi prima anni dell'onorificenza aveva fatto impiccare pubblicamente i suoi oppositori. L'ordine non gli venne revocato neppure quando si "impose" come uno dei tiranni più sanguinosi e odiosi dell'Africa.


Quindi si arriva agli anni di Giorgio Napolitano. Non solo Assad: nel 2007 il titolo andò a re Abdallah dell'Arabia Saudita e tre ambasciatori della famiglia reale, con buona pace della mezza tirannia nel Paese e la condizione di sostanziale segretazione delle donne.


Il fuggiasco egiziano - E ancora, il titolo fu consegnato a Jaber al Sabah, emiro del Kuwait, che reagì alla Primavera araba sciogliendo il parlamento e facendo arrestare il suo maggiore oppositore politico. Per inciso, il titolo del Cavaliere nel 2010 fu conferito anche a Rachid Mohamed Rachid, all'epoca ministro del Commercio estero in Egitto che poi, dopo la deposizione di Mubarak e la condanna a cinque anni in contumacia, fuggì dal Paese. Una lunga lista di personaggi ambigui a cui è stata concessa la benemerenza, poi non revocata